Todd Reynolds ‘Outerborough’


(Innova 2011)

Ondulati tappeti elettronici disegnano sfondi sonori sinuosi e intriganti: paesaggi lentamente cangianti, luce crepuscolare diffusa su saturi scenari urbani. Attraverso il traffico convulso di un centro città, o dai marciapiedi di una metafisica periferia, una presenza inizia a manifestarsi e a prendere forma: persona tra le persone, ma anche voce fuori dal coro. È il violino di Todd Reynolds, ora elettronicamente filtrato e fuso con l’ambiente sonoro che lo avvolge, ora linea melodica che si staglia dal fondo e disegna figure alla incerta ricerca del sé, puntellata di improvvise quanto fugaci accensioni. Questo ed altro ancora è Outerborough, il luogo/non-luogo concepito dal violinista/compositore/improvvisatore americano, coadiuvato da spiriti a lui affini, tra i quali vale la pena citare Phil Kline, Michael Gordon, Ken Thomson e David Lang: uniti nell’offrirci un’esperienza musicale genuinamente e profondamente contemporanea.

Voto: 10

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