(Autoprodotto 2011)
Marco Del Santo, voce, chitarra ma soprattutto anima dei Delsaceleste, al loro terzo progetto ‘La Fabbrica dei Ricordi’, che segue l’EP ‘Sogni di Sabbia’ (2006) ed il primo CD ‘Io come…la voce delle stagioni’ (2008), ci tira piano per la manica dentro la fabbrica dei suoi ricordi (La Fabbrica dei Ricordi Pt.1), e ci invita a prendere posto dove più ci piace, per prestare orecchio e cuore alle cinque storie che, come una serie di scatole cinesi, vanno a svilupparsi via via da questa cornice. E come non sentire un brivido al suono di queste prime parole, appena sussurrate, che vanno a poggiarsi, delicate, su di un letto di suoni semplici e raffinati? E’ l’unione di chitarra acustica e flauto traverso, che formano una piccola onda e ci sospingono così verso la prima stanza, La Stanza dei Momenti: punti ben precisi nella linea dell’esistenza, ‘momenti che poi sembrano follia’ , ‘senza età né stagioni’. Chiudiamo questa prima porta, ci giriamo e subito dinanzi a noi ecco comparirne un’altra; questa volta andiamo a scoprire non solo dei momenti, ma le storie intere (La Stanza delle Storie) che però non si possono raccontare tutte perché poi potrebbero diventare vive ed accadere (alcune sono storie ‘non a lieto fine’) eppure ‘ti ci aggrappi finché puoi’.
E siamo già come sotto un incantesimo, quando entriamo nella terza stanza, La Stanza degli Incanti; dove il flauto traverso va a braccetto con una bella linea di basso e non si riesce a non battere il piede a ritmo se non addirittura ad alzarsi e ballare; è la canzone più orecchiabile, difatti divenuta anche singolo del disco, molto in stile Belle & Sebastian, con le parole che fanno la giravolta attorno alla melodia…. la porta successiva, invece, La Stanza degli Sguardi, ci si apre davanti ad un pianoforte e ad un testo quasi anacronistici per quanto sanno di buone maniere e costumi ‘d’altri tempi’ (‘Ricordi come era acerbo il tuo sorriso? Quell’imbarazzo dipinto sopra al tuo viso?’ quasi una ‘Non Arrossire’ del 2011).
La canzone finisce e ci risvegliamo dal torpore, ci inginocchiamo ed andiamo ad aprire l’ultima porta, la più piccola, che ci fa rannicchiare su noi stessi, sul nostro piccolo io interiore: La Stanza dei Silenzi. Ma è un silenzio che parla e canta: ‘Cosa nascondi? Cosa proteggi in fondo a te? Il tuo silenzio da ascoltare’. ‘Anche il buio lo sai è pieno di colori, sapori’, come sottolinea anche la linea decisa della chitarra elettrica, che tuttavia non increspa mai la superficie armoniosa dell’intero quadro. Il nostro tour musical-esistenziale finisce qui, si torna alla cornice iniziale con la reprise de La Fabbrica dei Ricordi Pt.2 e così accostiamo l’uscio e torniamo fuori, nel mondo caotico, indelicato, scortese.
Pink Floyd; Kings of Convenience; Cristina Donà; Marlene Kuntz. Sono questi gli altri nomi che si potrebbero azzardare come sorgenti d’ispirazione di questo progetto, che tuttavia si distingue di per sé; i Delsaceleste sono come un sottobosco segreto di germogli musicali vivi e vividi, che se assaporati con gusto danno nutrimento e forza ai nostri sogni più nascosti.
E’ una passeggiata, questa, che vi invito a fare da soli. Con gli occhi socchiusi ed il cuore spalancato.
Track list:
01. Intro – Sulle Pareti
02. La Fabbrica dei Ricordi Pt.1
03. La Stanza dei Momenti
04. La Stanza delle Storie
05. La Stanza degli Incanti
06. La Stanza degli Sguardi
07. La Stanza dei Silenzi
08. La Fabbrica dei Ricordi Pt.2
Voto: 7
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Autore: isolablu@hotmail.com