(DVQ Productions 2011)
Dopo quasi quattro anni da quando il nostro kathodikkiano Alessandro Gentili li aveva ascoltati con il loro album d’esordio, ‘L’equilibrio’, sono tornati i senesi Dorothi Vulgar Questions con il loro rock un po’ nostalgico.
La prima evidente novità che troveremo è l’aver epurato l’italiano dai loro testi, preferendo concentrarsi solo sull’inglese, scelta che paga vista la precisione negli stessi, anche se continua a notarsi comunque una certa banalità. Musicalmente invece non sembra cambiato molto, i nostri ci propongono ancora un rock a metà tra anni ’80 e ’90, abbastanza aggressivo ma sempre con un certo occhio alla melodia che non dispiace.
Tra tutti i pezzi spiccano sicuramente Everything is not forever, appiattita solo dal testo, la notevole quasi-ballata della title track e, nonostante l’evidente sonorità alla Joy Division aggiornati (pure il riff li ricorda non poco), la rabbiosamente disperata Twenty Years Ago. Il problema è che all’inizio si accumulano diversi momenti abbastanza dimenticabili, ma poi l’album comincia a decollare. In ogni caso, il mio pezzo preferito è sicuramente Winter Light, sembra quasi di ascoltare dei The Sound aggiornati, davvero molto atmosferico, peccato per un’interpretazione vocale incerta.
Insomma, la carne al fuoco è di buona qualità e l’album dei Dorothi, nonostante una partenza non convincente, riesce poi a inanellare diversi bei pezzi conditi da una personalità che convince. Merita un ascolto sicuramente.
Voto: 7
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