(Innova 2011)
Alexander Berne è, per auto proclamazione, uno spirito solitario. Così pure lo è la sua musica. Eppure, alcune influenze sono rintracciabili e ci aiutano a capirne la poetica. Ho in mente in particolare due numi tutelari della musica contemporanea americana, Ingram Marshall e David Lang, entrambi accomunati dalla predilezione per paesaggi sonori ampi e oscuri, in cui la presenza umana, pur evocata, è sovrastata dalla natura circostante. Anche la musica di Berne comunica simili sensazioni, attraverso tessiture strumentali caratterizzate da sfondi cupi, spesso simil-elettronici, su cui il suo sassofono, dal suono personale e inconfondibile, sussurra linee melodiche incerte ed evanescenti. Dei due citati Maestri, a Berne manca la finezza di dettagli che rende le loro scenografie musicali subdolamente attraenti; e tuttavia, la sua musica non è priva di un fascino intimo e sinistro, da gustare a piccole dosi.
Voto: 6
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