Vince ‘Invisibili Distanze’


(Disco Dada Records / Self distribuzione 2011)

E’ un periodo di artisti bolognesi pare. Questa volta siamo qui a parlarvi di Vince Pastano, o semplicemente Vince, noto ai più per essere il chitarrista di Luca Carboni, qui coadiuvato da Max Messina alle percussioni.
La proposta, che va a seguire “Compro Verità” di qualche anno fa, è un delicato miscuglio di alt rock italiano e diverse influenze che vanno ad arricchire il tutto, come gli echi post rock avvertibili in Occhi liquidi, che infatti la tira lunga per quasi sette minuti, o la delicata elettronia della title track. Qualcuno ha nominato i Sigur Ros? Non si sbaglierebbe. Invece echi lirici del buon Battiato possono essere rintracciati ne In questo inferno vero.
Il problema principale è l’eccessiva ristagnazione di ogni pezzo, il mood cervellotico che permea ogni singolo pezzo, senza mai lasciarsi andare a un minimo di sentimento. Evidentemente l’intenzione dominante è quella di stupire, disperatamente, costi quel che costi. Poi chiaro, Pastano non è un ultimo arrivato e sa esattamente come muoversi, ma ce ne manca ancora per arrivare a consigliare ‘Invisibili Distanze’ come album da non perdere.
Insomma, sulla carta un piattino prelibato, eppure la matematica somma dei suoi componenti non riesce a convincere più di tanto.

Voto: 6

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