(Manua Loa/New Music 2012)
Energia e strategia sono i punti di forza di questo gruppo, che esordisce con un full leight registrato agli Edie Road Studios di New York, con in consolle Doug Ford, già con Crossfade, e prodotti da Fabio Raponi (Tiromancino, Max Gazzè).
Questo quintetto si propone per rinnovare i paradigmi del nu-metal, dimostrando di aver saputo fare tesoro della tradizione dei grandi nomi internazionali e italiani che hanno iniziato a metà degli anni ’90: Korn, Deftones e Linea 77 su tutti; ma aggiungendoci quel tocco di pop melodico in più per essere appetibili anche a chi non ama sonorità troppo sperimentali ed accelerate.
Il connubio tra due mondi sulla carta lontani, ai Keam riesce molto bene, soprattutto in brani come Raven’s nest, nel quale si alternano momenti in accelerazione, ad altri decisamente soft. Tuttavia, il quintetto, caratterizzato dalla presenza di due bassi dei quali uno è un synth bass, ha anche dei momenti nei quali preme il piede sull’acceleratore e non ce n’è per nessuno, come nella korniana Monochrome life o nel synthetic rock circolare e coinvolgente Avoid the circle.
Ai Keam poi riescono bene anche i tentativi di immergersi nei territoir epici, è il caso della conclusiva vibrante A night with the alien.
A questo gruppo il gruppo ha la carte in regola per inserirsi nei grandi festival europei e per iniziare le scalate delle classifiche.
Voto: 7
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