(Trasponsonic 2012)
Polvere che non si posa, quella alzata da HBOL.
Post
deflagrazione, senza dubbio.
In attesa del vento.
In attesa di
altri, inevitabili eventi.
Nulla di buono all’orizzonte.
Potrebbe
esser altrimenti?
Vivi in Sardegna, sai, che la tua voce
difficilmente giungerà altrove, sai, che verrai picchiato al
porto (partenza e arrivo), sai che la polizia, ovunque andrai, ti
caricherà, sai, che non frega un cazzo a nessuno, che
tutt’intorno a te, sia una saracinesca chiusa.
Le tue ragioni, la
tua disperazione, non importano, nessuno ti ascolterà.
Questo,
quello che succede.
E la distanza, fra terra e mare, aumenta.
E
tanto, anche di questo, non frega niente a nessuno.
Sei, senza
voce.
Questo, vuol dire nascere sull’isola.
Solo un bacino di
voti, solo un luogo come un altro, dove poter rubare e speculare, con
soldi, che drammaticamente ed incidentalmente, ti
apparterrebbero.
“Ethnographies”, parla di questo,
spazi deserti, chiusi e recintati, e ruggine, tanta ruggine.
Al
punto che, quella sfumatura rossiccia, ti par oramai esser li da
sempre.
Ne conosci il sapore sulla punta della lingua, la senti
dentro.
Il territorio, è andato, azzannato da interessi
troppo grandi, come era prima, non lo ricordi più.
Tanta
gente intorno, e pochi denti in bocca.
Sempre meno.
Torniamo
indietro nel tempo, al pancotto con le erbe.
A cercar le erbe sui
lati delle strade, o nei parchi pubblici, pisciati e cagati (dai cani
e non solo).
Gli anziani fuori dal bar, almeno un passato l’hanno
avuto.
Tu, solo ed esclusivamente, presente avariato.
Sono
cazzi, e basta.
Scavati una casa nella roccia, bevi acqua dalla
sorgente (filtrala prima, la merda si annida in ogni dove…),
comprati un fucile.
Il resto, è semplice.
Tieni alla
larga tutto e tutti, ed ogni tanto, esci in caccia.
Che Julian
Cope, provi rispetto, il minimo sindacale.
Trasponsonic,
riflette la nostra quotidiana finzione.
Non cura e non consola.
Ed
ora, agita l’osso bianco sopra la testa.
Il difficile, è il
primo colpo dato.
Poi, prenderle o darle, sarà questione da
poco.
“Ethnographies Vol.II”, è un
monito.
Consumate realtà.
Voto: 8
Link correlati:Trasponsonic Records Home Page