(Innova 2012)
Gli Ethel, agguerrito quartetto d’archi americano, sono giunti al loro terzo cd, il primo per la Innova. Fedeli alla tradizione del Kronos, anche loro puntano su programmi versatili e che trasudano contemporaneità, su compositori che amano attraversare i confini tra un genere e l’altro. In questo cd emerge la spiccata tendenza urbana delle musiche, a partire dall’omaggio reso a Marvin Gaye da Don Byron, passando alle allucinanti e frenetiche pulsazioni del brano di Julia Wolfe, senza trascurare i riffs rockeggianti di Sphere di John Halle, il blues quasi classico di John King, il destabilizzante e sinistro La citadelle di Raz Mesinai, per finire con il “filmico” (nel suggerire paesaggi e immagini cangianti, come viste dal finestrino di un treno) Rounds di Marcelo Zarvos. Unici momenti di distensione, il toccante arrangiamento del meditativo Wed di David Lang, e il solare (e ricco di reminiscenze folkloriche) String Circle di Kenij Bunch. Non tutti i brani sono di primo livello, ma l’interpretazione dell’Ethel Quartet è tale da rendere l’intero cd – che, detto per inciso, presenta una suggestiva copertina, realizzata in stile 45 giri: un omaggio alla tradizione del vinile, rivista e ammodernata – estremamente intenso.
Voto: 8
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