Monkey island ‘Defuncts est’
(L-13/Imprint/2012)
A due anni da “Luxe et redux” gli inglesi Monkey Island, pubblicano questo Ep, di una durata breve, solo un quarto d’ora, ma impregnato di un’intensità tale da suscitare la sensazione che duri almeno il doppio del tempo.
Otto i brani in scaletta con il blues come denominatore comune, che sia con la ballata agro-dolce (Flagged ragged), o con un rock-blues vibrante(Song for a new republic).
Tuttavia, questi inglesi riempiono il cuore, quando macinano tonnellate di noise con il garage blues, e allora dai con le sferzate frenetiche di Citkom o con il punk’n’roll di Back St High st, nel quale convivono gli ardori degli Oblivians con la circolarità compulsiva della prima Jon Spencer Blues Explosion, o ancora con le fiamme infernali di Dirty protest, che fanno pensare ad un Jack White che si affaccia sull’orlo dello stoner.
Con questo blues al fulmicotone e sotto acido non si scherza, quindi astenersi cardiopatici e catto-integralisti!!!
Voto: 8/10
Monkey Istland Bandcamp
The Dublo ‘Baby don’t blues’
(L-13/2012)
Questo è il lato B dello split condiviso con i Monkey Island. Tuttavia, i due gruppi condividono anche il chitarrista Bennett.
Purtroppo in questo Ep sono presenti soltanto quattro brani, ma il giudizio è ottimo, data la predilezione al blues delle origini.
Questi quattro inglesi, infatti, suonano con devozione e rispetto verso le radici della musica del Delta, tra momenti infiammati (One way blues, Year zero blues) ed altri più malinconici ed introspettivi (Baby don’t blues).
Con alle spalle la lezione imparata da Big Walter, Sonny Boy Williamson e R. L. Burnside, le premesse per fare bene in futuro ci sono tutto. Aspettiamo fiduciosi.
Voto: 8/10
The Dublo My Space Page
Voto: 8