(Skank Block Records 2012)
Ci arriva questo strano disco (non volante, per ora) contenente la quasi intera produzione artistica di Luciano Chessa, cantautore sostanzialmente sconosciuto in Italia, ma che ha amicizie importanti all’estero. Tra tutti direi che è giusto citare il grande Mike Watt, autore anche di una lusinghiera nota introduttiva per questa compilation.
Il misterioso oggetto ‘Peyrano’ raccoglie tutto ciò che Chessa ha registrato, spesso in maniera orgogliosamente lo-fi, dal 1990 al 1998. Sono ben venutuno pezzi che spaziano dalle psichedeliche strumentali della title track, divisa in più parti, a momenti più autocritici e velenosi come Renoir. In mezzo ci si mettono poi strani momenti indie terribilmente angolari tipo Peppa che lasciano alquanto straniti, un’intrigante cover di Lucio Dalla e numeri molto Barrett-iani come Anticaglie.
L’impressione è che il nostro, nonostante tenga i piedi fermi nel folk, dia ampio spazio alla sperimentazione, badando poco al fatto se la sua voce sia armonizzata col resto della canzone o se il tutto abbia un senso. C’è fantasia e passione nella vecchia produzione di Chessa.
La produzione contemporanea del nostro è dedita alla sperimentazione più esasperata, sarebbe curioso sapere se ha ancora qualcosa nel cilindro che potrebbe tirare fuori. Per ora, abbiamo Peyrano da ascoltare.
Voto: 6
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