(Ravello Records 2012)
Davvero una bella scoperta, la musica di questo compositore americano classe 1936, tale Walter Ross; un grazie alla Ravello per averla resa possibile. Quattro concerti per strumento a fiato solista (flauto, oboe, o fagotto), talora affiancato da chitarra o arpa, e orchestra, completa o solo per archi, in tre o quattro canonici movimenti, ciascuno dai caratteri ben definiti. Nulla è studiato per stupire, tutto è volto a comunicare direttamente con l’ascoltatore, che non può che trarre piacere dalla immediata ma non banale fruibilità di queste composizioni dal profilo armonico marcatamente neomodale e pandiatonico, il che dona loro una certa qualità transculturale e atemporale. Ogni movimento, come detto, possiede un carattere distinto e un contorno ben definito; così, i movimenti veloci presentano una vivacità ritmica contagiosa e senza posa, laddove i movimenti lenti hanno sovente carattere pastorale e cantabile. La dolcezza nel trattamento degli strumenti solisti, di cui Ross è profondo conoscitore, si abbina alla ricchezza nell’orchestrazione. Ma ciò che colpisce a mio avviso più di ogni altro elemento è il senso di fluire organico della musica, che pure non disdegna passaggi contrappuntisticamente densi e intricati, che soddisfano anche l’esigenza di un ascolto ripetuto. Perfetto contraltare pittorico di questi concerti è la copertina del cd, un paesaggio dipinto dalla madre del compositore con la tecnica dell’acquerello; ampie pennellate che si alternano a rapidi schizzi, definendo distese di terre e strati di nuvole armonicamente giustapposti, all’interno di un impianto cromatico giocato su poche tonalità, quelle dell’ocra, del grigio e del marrone. Scenari visivi e sonori in cui ci si sente felicemente a proprio agio.
Voto: 8
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