(Innova 2013)
Ecco un altro di quei generi tipicamente contemporanei, più specificamente americani, in particolare della West Coast. Sto parlando della musica per pianoforte ed elettronica, qui affidata alla sensibile performer sperimentale Jeri-Mae G. Astolfi. Sei i brani da lei eseguiti per tale combinazione, tutti di autori più o meno giovani: Schroeder, Martin, Herriott, Belet, Lopez, Fox. Analoghi gli effetti, e la poetica, fatta di suoni rarefatti, barlumi di melodie e accordi sospesi e frammentati, riuniti solo dai riverberi elettronici o da sfondi fatti di suoni preregistrati, formanti un tappeto astratto ed evanescente. Una poetica che si esalta soprattutto nel nebbioso e nostalgicamente evocativo brano di Jim Fox, che sembra un pezzo di Sakamoto diluito a dismisura, condito da sensuali letture di testi recitati da una voce femminile (sebbene di sensuale il contenuto dei testi abbia ben poco, trattandosi di Charles Darwin…). Fa eccezione il singolare (già dal titolo: Confetti Variations) brano di Tom Lopez, che fa impattare dolci passaggi melodici contro sezioni più tumultuose, con tanto di echi di musica romantica tedesca, sopra uno sfondo di suoni ambientali di vario genere (dalla pioggia, al canto degli uccelli e al ronzio delle mosche, e così via); scontro che si risolve, non sorprendentemente, a vantaggio dei primi, che sfumano nella placida calma ambientale che pervade l’intera raccolta.
Voto: 6
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