(Somehow Recordings 2013)
Bianche lenzuola stese, che s’agitano fruscianti nel vento
caldo.
Non basterà la loro invocazione, a tener lontana la
pioggia.
Un bagliore metallico c’attraversa lo spazio della
finestra aperta, un istante di movimento, poi più nulla.
Odore
di terra e ricordi, mentre qualche briciola solitaria s’appropria
del tavolo.
Tredici stringhe di suono gentile, atmosferico e
cinematico.
Corde sollecitate, voci e gesti carpiti dal
quotidiano, sgocciolamenti di piano.
Ambient elettroacustica,
intrisa di sgranata malinconia, che a definirla folk, non si
sbaglierebbe più di tanto.
E dal folk, giunger ad una
visione post, ampliata a dismisura (Bark Psychosis,
Labradford), il tratto è breve.
Panoramiche assolate
e dronanti, voci, insetti , cani, sudore, feedback, metalli percossi
e trascinati, cigolamenti meccanici e screpolature
digitali.
Affondando le unghie in un’arancia, ieri come
oggi.
S’accendono le prime luci in lontananza, ma per il
buio, c’è ancora tempo.
I cuccioli, in attesa del
richiamo delle madri.
Chi s’accende e chi si spegne.
Giorno
dopo giorno.
Voto: 8
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