(Corpoc/To Lose La Track 2013)
Sulla stessa linea del precedente “Tutti dicono guardiamo avanti”, questo secondo lavoro del cantautore bergamasco conferma le sue ottime doti cantautorali, caratterizzate da semplicità, immediatezza e capacità di descrivere uno spaccato generazionale con profondità ed efficacia.
Accompagnato soltanto dall’armonica e dalla sua chitarra acustica, che in più occasioni percuote o che fa andare in velocità, Caso in molti brani raggiunge i vertici del cantautorato italiano degli anni ’70 (Poco memorabile) ed è abile nel descrivere la frustrazione di un trentenne ancora in cerca della sua strada (Un anno terribile).
Riesce ad essere intrigante in Più forte più ferocemente, perché attualizza un tema vecchio come quello dell’indipendenza dei cantautori, che fu reso eclatante nel 1980 dall’Edoardo Bennato di “Sei come un juke box”.
Caso in questo disco non manca di mettersi in mostra nelle sue difficoltà relazionali con amici e fidanzate, anche con ottima capacità descrittiva, per certi versi cinematografica e a volte con la giusta crudezza.
Voto: 8
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