(Geograph Records 2013)
Kathodik si è già occupata delle produzioni alie(nat)e della capitolina Geograph records: del lotto delle loro realizzazioni, che si conta sulle dita di due mani, “Yaizooma” del musicista giapponese Kawamura Gun rappresenta la faccia più gentile e surrealmente melodica (i Beatles tardi avrebbero molto amato la levità psichedelica della conclusiva The bird can’t be here o la cantilena Terrible seeds).
Gun è un sognatore (cfr. Plastic capsule), un cappellaio matto alla Donovan che canta un poco in inglese un poco nella sua lingua (cfr. Aruhi/Naihi) brani che sembrano uscire dall’Inghilterra tardo “hippie” dei primi anni Settanta; chi ama il genere troverà “Yaizooma” molto apprezzabile. Non mancano sapori “glam” (cfr.I’m just an option); la qualità delle canzoni è senz’altro buona (cfr. la sydbarrettiana Invisible arrows).
Voto: 7
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