(Autoprodotto 2012)
Ritorna Massimo Curcio, al secolo Psiker, che avevamo già ascoltato nei goliardici panni di uno Scialpi moderno e… un momento, ma cos’è successo? Una copertina seria, un digipak curato con una storia che ha ispirato il concept album e quant’altro. Sarà mica diventato serio?
In effetti la sensazione è quella, che si tratti proprio di un disco meno casuale del precedente, più maturo e cantato quasi interamente in inglese (lui stesso aveva detto nel suo singolo di lancio “oh baby baby, I could sing in english…”). Questo è ben evidenziato già dall’iniziale Far away, con un andamento maestoso a metà tra Erasure e Pet Shop Boys, un arrangiamento davvero molto curato e una melodia che non mancherà di rivelarsi in pieno già al secondo ascolto. Altrettanto potremmo dire per Leaving, melodicamente affascinante e minimalista nell’arrangiamento.
La sensazione rimane positiva per tutti e 22 i minuti di ‘Synthetico’, peccando solo in una discreta ripetizione del sound nei primi dieci minuti e in un accento inglese vagamente indeciso a tratti. Siamo, comunque, anni luce dal suo precedente lavoro visto che tutti i momenti di ‘Synthetico’ godono di un’atmosfera più sobria e quasi malinconica.
Bravo Psiker, per quanto mi riguarda la nuova direzione è promossa e non vedo l’ora di ascoltare altro.
Voto: 7
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