(Maninalto! 2014)
A tre anni dall’ottimo “Piccoli Intrattenimenti Musicali”, i lombardi Vintage Violence pubblicano quest’altro lavoro, che ha la stessa qualità del precedente.
Rocamboleschi, sfacciati e volteggianti i VV non guardano in faccia a nessuno e con il piglio punk esprimono tutto ciò che pensano senza nessun filtro.
Supportati in alcuni brani da Enrico Gabrielli (Calibro 35 e Afterhours) e Karim Qqru (Zen Circus, La notte dei lunghi coltelli), il quintetto se ha nel suo DNA Joy Division e Velvet Underground, ha l’approccio decisamente sfacciato con testi senza fronzoli nei quali se la prende con la chiesa e le sue protesi (Primo ostacolo, Comunione e liberazione), con i meccanismi perversi della musica italiana (Abbronzarsi il culo, S.I.A.E.) e con le imposizioni dei bisogni indotti (Finiremo tutti in ospedale), mandando giustamente a quel paese chi se lo merita.
Il ritmo è sempre molto serrato e sullo sfondo, grazie a chitarre roteanti e alla batteria in quattro quarti, spesso si giunge all’hardcore.
Tanta energia e sfacciataggine, gli elementi essenziali di questo disco sono nuovo ossigeno per il rock italiano.
Voto: 9
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