(Controrecords/Audioglobe 2014)
Gianlica Conte, torinese, di origine irpina, utilizza il nickname Mezzafemmina, rivendicando il soprannome che la sua famiglia aveva in Irpinia, dato che il suo bisnonno aiutava la moglie nelle faccende casalinghe e questo per quell’italietta fascistoide era inaudito. Bene ha fatto dunque Conte ha riprendere questo soprannome e a utilizzarlo come nome artistico.
Soltanto per questo merita fiducia. Tuttavia, Conte, che con “Un giorno da leone” pubblica il suo secondo lavoro, ha molte frecce al suo arco.
Con la collaborazione di Giorgio Baldi, chitarrista di Max Gazzè, Mezzafemmina ha allestito una sorta di concept album, dato che i dieci brani sono legati da un unico filo conduttore, vale a dire quello del tentativo di slegarsi da un unico stile espressivo.
Il disco, infatti, è caratterizzato da una varietà di generi che vanno dal cantautorato, al folk, al pop, al rap.
Molto buona la scrittura, soprattutto quando affronta tematiche sociali, come la ‘necessità’ di celebrare in 364 di oblio, o la dipendenza da internet deIl giorno dopo, che vede la partecipazione del rapper Chef Ragoo.
Intriga il mood in cui utilizza il pop, vuoi per gli strani intrecci tra melodie e citazioni dei Sonic Youth (Silvia, credimi), vuoi per il modo di utilizzarlo in modo un po’ deviato (Da quando ci sei tu).
Con “Un giorno da leone”, Mezzafemmina ha trovato la perfetta sintesi, per fare un cantautorato che si colloca tra il pop colto della tradizione romana e un impegno sociale graffiante.
Voto: 7
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