(R’ufo Records 2013)
Il genio del pianista e compositore statunitense Thelonious
Monk, sminuzzato in quattro articolate esposizioni.
Tra
rilettura e libera interpretazione.
D’istinto e lunga
riflessione.
Frammenti tratti dal corpo complessivo di circa
settanta composizioni del grande maestro, organicamente montate
grazie agli arrangiamenti aperti di Luciano Caruso.
Per un
disegno che affronta e si contrae, lungo coordinate
free/blues/minimali.
Quattro fiati (Caruso al sax soprano, Jacopo
Giacomoni al contralto, Alberto Collodel clarinetto basso,
Piero Bittolo Bon al sax baritono), in scattante e reattiva
tensione interpretativa.
Gioco di memoria, spigoli e piacevolezza,
dove il fuoco originale muta ma non scompare.
L’impresa è
di quelle da far tremare i polsi a chiunque.
Ma gli innesti
interpretativi contemporanei, con grazia approcciati al materiale da
vertigine trattato, riescon brillantemente ad evitare l’effetto
sterile tributo.
La lezione di un tempo, è più che
mai viva e attuale.
Bravissimi, rigorosi e spericolati.
Voto: 8
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