(Atrito-Afeito 2014)
Acuta sperimentazione elettroacustica, organizzata in lunghe
stringhe elettronico/dronanti (dal forte aroma kraut),
inframezzate/disturbate da intromissioni di pulviscolo noise e
rapidi sommovimenti glitch.
La canadese Karoline Leblanc,
ai synth e al piano, il portoghese Paulo J. Ferreira Lopes a
mixare, tagliare e cucire.
Stati di (sinistra) quiete, al cui
interno brulicano insetti dispettosi e ronzanti.
Materiali
acustici in lenta deformazione, che si offrono volentieri, come una
sorta di collage di fake field recordings (di cui in realtà,
non vi è traccia alcuna).
Una calibrata esposizione di
processi istantanei (in asciutto montaggio da contemporanea), di
notevole fascinazione allucinatoria (con a staccarsi dal resto, il
veloce intermezzo per solo piano di Dichotomic
Syntony).
Progressioni descrittive increspate, non proprio
rassicuranti.
La Oliveros di un tempo, una pacca sulle
spalle gliela darebbe.
Evita piuttosto in scioltezza il tipico
effetto tappezzeria.
Non male e in bella edizione limitata.
Fatevi
sotto.
Voto: 7
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