(Navona 2015)
La metafora del viaggio suggerita dal titolo di questa raccolta di brani è davvero un buon filo conduttore e un’utile chiave di lettura della musica, godibilissima all’ascolto, di Pierre Schroeder. Sin dalle prime note veniamo catturati dagli insistenti ritmi jazz della sezione iniziale Highway, che ci invita a metterci in strada, a intraprendere il viaggio (e, più avanti, a metà disco, a riprenderlo). Un viaggio le cui successive tappe sono scandite da brani dal carattere prevalentemente meditativo, sognante, poetico, costruiti su dolci armonie che accompagnano il dispiegarsi di soavi melodie, che talvolta – è il caso dei brani vocali – raggiungono vette di malinconica espressività. Ma la metafora funziona anche per via della speciale qualità cinematica della musica di Pierre Schroeder, capace di evocare immagini, paesaggi, i cui colori e le cui atmosfere riflettono la magia degli impasti sonori (in cui si fondono archi, clarinetti, chitarra, percussioni e pianoforte) amalgamati da questo sensibile autore.
Voto: 7
Filippo Focosi