(Humbler Records 2015)
Ti intorpidisce gli arti per poi scivolarti addosso “Song Cycle”.
Il
contatto è attrito, la pelle tira.
Quattro estratti
letterari da opere di Galeano, Hamsun, Borges,
Burroughs ed un groviglio tagliente.
Le percussioni e
l’elettronica di Jacob Felix Heule, la voce e l’hydrophonium
di Danishta Rivero.
Rarefazioni elettroacustiche, d’istinto
e sottrazione, metalli risonanti a distanza, inceppi
statico/fluttuanti, stanze d’isolamento impro in reverse, stridori,
corpi/muri/impatti e cadute.
Su tutto, il soffocamento (rituale)
prolungato, dell’iniziale Soňando
e l’accanimento su corpo free della conclusiva I Am A Recording
Instrument.
Nessun atto d’intrattenimento da queste parti.
Fra
le migliori opere ascoltate quest’anno.
Voto: 8
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