(Navona 2016)
Tanto ambizioso quanto ammirevole, il progetto del violinista Piotr Szewczyk: rinnovare il repertorio per violino solo commissionando ed eseguendo opere prime di ben 32 compositori contemporanei (lui compreso), raccolte in questo doppio Cd Navona. Data la pluralità di voci rappresentate, pare inutile cercare di ravvisare tratti comuni, se non in caratteristiche generali che toccano ora l’uno ora l’altro pezzo: la mescolanza di generi, il virtuosismo, la libertà nell’attingere dalla tonalità alla dissonanza, e via dicendo. Eppure, un tratto condiviso credo possa essere individuato nella ricerca di significazione, nella volontà comune, pur esplicata con mezzi assai diversi, di dar voce a un punto di vista, di esprimere un’idea o un’emozione, anche con l’ausilio di titoli descrittivi che ci mettano, per così dire, sulla buona strada (interpretativa). Se è nella contaminazione e nella diversità la cifra del postmoderno, la chiave della musica del futuro, almeno per violino, sta forse allora nel recupero di una dimensione comunicativa, di cui Szewczyk si fa qui eccelso portavoce.
Voto: 8
Filippo Focosi