(Farport Recordings 2015)
Jed Speare è stato un artista multidisciplinare che nel corso della sua pluridecennale carriera è passato dalle sperimentazioni al Sonic Research Studio of The World Soundscape Project fino alle creazioni sonore per l’urbanistica in Tainan, Taiwan, portando nel contempo avanti le sue ricerce sul suono e sull’immagine all’Experimental Televison Center, fino alle sue collaborazioni con il New England Phonographers Union. In questo cd si trovano alcune delle sue composizioni scartate dall’album realizzato nel 2008 ‘Sound Works 1982-1987’ ma che alla fine il nostro ha ritenuto opportuno far uscire. Nell’opera in questione sono presenti vari lavori come Ecrier, brano del 1983, realizzato in Francia all’ospedale psichiatrico Ravenel di Mirencourt, dove Speare, coadiuvato dal personale medico, registra tre pazienti. Il brano poi diventa la colonna sonora di una piece in solo a San Francisco. Brano straniante, al primo ascolto disorienta, le frasi ripetute dai pazienti in sequenza paoiono non finire mai, il “trattamento” di Speare sul suono presentifica lo stato di alienazione forzando la quotidianità dell’ascolto e lasciando deboli strascichi sonici. Crib Death of an Astronaut, altro brano derivato da una collaborazione per una piece teatrale, che viene assemblato con suoni dal videogioco Space Invaders e contaminato con altri frammenti sonori tratti dalla storica band punk dei Flipper di San Francisco, il tutto mescolato per spiacciare alle orecchie un’insalata di suoni “alieni”. Mettle of Metal del 1982, composizione influenzata dal suo lavoro alla Simon Frazer University, basata sul suono delle funivie, e sul lavoro degli operatori delle cabine, creato per preservare il valore di questo particolare suono, crea una sorta di ambient in movimento che rimanda ad un loop ininterrotto. Idiolect II (text-sound, 1976, for four voices) del 1999, brano derivato dall’esperienza di Speare con il gruppo chiamato The Philadelphia New Language Actions, in cui le parole vengono scomposte in consonanti, vocali, dittonghi e e “suonate”. Così per tutto il cd, dove i vari brani costituiscono tasselli variegati e interessanti dell’arte di Speare e della sua continua ricerca di senso sul suono e il mondo che lo circonda.
Voto: 8
Marco Paolucci