(Navona records 2016)
La tromba e il flicorno di Daniel Zehringer si cimentano con alcune composizioni di Steven Winteregg, di diversa qualità e complessità. L’album si apre con Reflections of Quoheleth, in cui il suono della tromba e del flicorno assume un’inflessione davvero appropriatamente riflessiva. Esitante, meditativo e malinconico è il dialogo tra violoncello (Franklin Cox) e flicorno nel primo dei Two Souvenirs, per diventare più mosso nel secondo (pur senza abbandonare mai un’interessante inquietudine esistenziale). Un po’ meno riuscite sono le altre composizioni, che fanno il verso al jazz (The City), si presentano come descrizione di un viaggio in Cina (China Crossing) o riecheggiano, in diversi stili musicali, un famoso tema della New World Symphony di Antonin Dvořák (Popular Variations on a Classical Theme). Qui la pulizia del suono di Zehringer, insieme all’elegante impasto sonoro costruito con gli altri strumenti, non riesce sempre, da solo, a risollevare soluzioni compositive a volte un po’ scontate. Fa eccezione il breve intermezzo (African Fanfare), che ci restituisce la vivacità della musica dell’akadinda ugandese (una specie di xilofono).
Voto: 6
Alessandro Bertinetto