(Innova 2016)
Non c’è modo migliore, a mio avviso, per avvicinare il pubblico meno avvezzo alla musica contemporanea, che cercando confronti con il repertorio classico, consolidato e universalmente apprezzato. In questo caso, la giovane violinista Yuri Numata Resnick propone un repertorio incentrato sulla Partita N. 1 di J.S. Bach, con cui dichiara di avere una speciale affinità spirituale. Alla purezza geometrica e all’emotività austera della scrittura Bachiana per violino i quattro brani degli autori contemporanei qui eseguiti, astutamente intervallati con gli otto movimenti della Partita – ogni due movimenti di Bach sono seguiti da un pezzo di un autore moderno − fanno esplicitamente o implicitamente riferimento, ora per emulazione ora per contrasto. Nel primo gruppo rientrano il minimale e malinconico pezzo di Caleb Burhans, laddove nel secondo gruppo possiamo collocare le sonorità aspre e rarefatte (che in verità poco hanno da spartire con l’opera del compositore tedesco) dei brani di Clara Iannotta e Andrew Greenwald. Di più difficile collocazione (e anche per questo, a mio avviso, il più interessante dei quattro) è il brano di Matt Marks, che inizia a mo’ di sarabanda bachiana, per poi tramutarsi in un brano per “speaker-violinist”, nella misura in cui il violino sembra seguire e riprodurre l’incedere vocale della voce narrante, la quale ci racconta le avventure di una scimmia di nome Trunket.
Voto: 6
Filippo Focosi