(Gravity’s Rainbow Tapes 2016)
Sospensioni, cadute e atterraggi.
Riti, terra e radici.
L’urto crepitante di
un cortocircuito a sfrigolar nei padiglioni.
Salis / Sanna
su nastro.
Col primo a spatolar notturne ambientazioni, vibrar
concreto in loop e impatti digitali.
La rilucente panoramica
ambientale di Deer, i metalli in galleggiamento cigolante e i
cicli percussivi (dal micro al veemente) di Marclay, le febbre
in sospensione immobile, che sfocia nel passionale e dimesso canto di
Interni Di Donna.
Poi in duo dal vivo a Cagliari nel 2015,
entrambe a percussioni, gong e oggetti.
Alternanza suono/silenzio
e rapide istantanee montate in cut-up a rotta di collo.
Inceppi
etnici e pratica contemporanea non ortodossa.
Dovessi sbatter in
terra adesso, fra gli ascolti dell’anno.
Voto: 8
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