(eh? 2016)
Una serie di crudités field recordings, raccolte e
assemblate nel corso di un giro nell’Est Europa fra Luglio e Agosto
del 2015 da Charles LaReau.
Istantanee sonore di un
circostante ipnotico pregno di tensione latente, sprazzi di vuoto
brulicante, fermo/immagine morsi da un sole feroce, calcificazioni
polverose, l’indifferenza del traffico urbano.
Buona la prima, in
istantanea gracchiante versione economica, sul limite dell’art brut
nelle aperture e chiusure di frangenti acustici.
Eppure, di cura e
acuta geometria compositiva nel suon svolger tagliente.
Straniante,
suggestivo e non necessariamente intriso di cinematico bianco e
nero.
Sarajevo, Istanbul, Zagabria, Mostar, Sofia, paesaggi,
climi, altezze, sotterranee e stridori, dialetti, proteste e notti di
Ramadan, l’incontro di chiusura con la tastiera di un pianoforte,
qualche refolo/tormenta di vento, l’Adriatico che fruscia nel
buio.
Con particolare predilezione per l’ipnosi in movimento quasi
post-industrial di (Train To Zagreb) e On The Adriatic To
Sipain.
Maneggiare con cautela.
Voto: 7
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