(Glitterhouse/Goodfellas 2019)
L’artista austaliano ha sempre avuto un rapporto privilegiato con i musicisti italiani, cosa confermata in questo disco, nel quale si è fatto accompagnare da Diego Sapignoli e Francesco Giampaoli dei Sacri Cuori, oltre che da Giovanni Ferrario e da Michelangelo Russo.
Dopo i recenti esperimenti elettronici con i Dirtmusic, Race è tornato al blues, ma come sempre con un suo tocco personale, questa volta arricchendolo con ballate avvolgenti e, anche se in minor misura rispetto al passato, scarnificandolo.
Con una tonalità che, più che in passato, evoca l’asse Leonard Cohen – Mark Laneghan, l’ex Bad Seeds fa viaggiare l’ascoltatore lungo l’asse delle ballate blues morbide della title-track e di Phenomenon e This is desire, ci accompagna nella discesa circolare di Heaven & Hell, fino alla piccola marca blues pre-war della pregnante Smoking gun.
Race continua ad approcciarsi al blues e alla musica in modo del tutto personale, indipendente con autorevolezza e professionalità, non disdegnando di mettersi a nudo, da grande cantautore quale è.
Voto: 8
Vittorio Lannutti
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