(Cantaloupe Music 2019)
Il compositore statunitense John Luther Adams è ormai una star nel panorama della musica contemporanea. Nel 2014 è stato insignito del prestigioso premio Pulitzer per un lavoro orchestrale intitolato Become Ocean, in cui applicava la sua poetica “ambientale” alla dimensione acquea. Di nuovo su commissione della Seattle Symphony Orchestra, e sempre licenziato dalla Cantaloupe Music, JLA si ripresenta con questo lavoro che ne rappresenta l’ideale prosecuzione. Sfruttando l’orchestra nella sua massima estensione, con tanto di sezione corale, Adams cattura il respiro profondo, magniloquente e distante, lento e inesorabile, di un ideale paesaggio desertico, dipingendo distesi e avvolgenti fasci accordali, che si distendono e talvolta sovrappongono, dando un senso di spazialità diffusa. Sebbene sia intenzione di Adams dar voce unicamente allo scenario naturale, ci pare di scorgere una presenza umana nei rintocchi cadenzati delle percussioni, che sembrano scandire i tempi del percorso di un ipotetico viandante, il cui cammino è accompagnato da un’orchestrazione luminosa: non a caso, luz (luce) è la parola intonata dal coro, ispirata ad Adams dalle parole di Octavio Paz: chiudi gli occhi e ascolta il canto della luce. Parafrasando il sommo poeta Leopardi, potremmo allora dire: e il naufragar m’è dolce in questo mare – di sabbia.
Voto: 8
Filippo Focosi
