(Da Vinci Classics 2019)
La musica di Davide Anzaghi abita i territori del notturno, del misterioso, dell’introspettivo. Le composizioni per pianoforte dell’autore milanese classe 1936 qui presentate, magistralmente interpretate da Giusy Caruso, coprono un arco temporale assai ampio: dal 1971 al 2016. A restare immutato, nell’evoluzione del linguaggio del compositore, è il carattere di sospensione metafisica dei suoi lavori, diversi per lunghezza e concezione. La sua è una scrittura astratta, che fa un uso ampio, ancorché libero, dell’atonalità e della dodecafonia. Anche laddove la rarefazione sonora cede il passo alla densità ritmica e contrappuntistica, prevale un senso di precarietà e frammentazione. Una singolare espressività attraversa queste pagine: la si coglie soprattutto nel senso di sorpresa che sovente coglie l’ascoltatore, e con cui Anzaghi è bravo a giocare, sia dal punto di vista formale che timbrico.
Voto: 6
Filippo Focosi