(Innova 2018)
Nel 1993, in volo verso Vienna, la violinista Edna Michell prospettò al suo esimio collega e Maestro Yehudi Menuhin di commissionare a compositori di diversa provenienza e formazione dei lavori che fossero ispirati al tema della compassione. Nacque così il ‘Compassion Project’, che vede ora la sua completa realizzazione discografica grazie a questo imperdibile doppio Cd della Innova Recordings. Nella inevitabile (e auspicata) varietà di stili utilizzati e di organici adoperati – si va da lavori per violino solo, a duetti di diverso tipo, fino a brani per violino (unica costante, tranne che per un caso) e archi, con la possibile aggiunta di clarinetto e voci – è possibile raggruppare alcune costanti nel modo in cui il tema in oggetto è stato declinato musicalmente. Se autori come Chen Yi, Satoh, Foss, Glass, Reich hanno fatto ricorso all’espressività melodica e al dinamismo ritmico, all’interno di un contesto prevalentemente tonale, per infondere qualità umanistiche alle loro composizioni, altri autori hanno trasposto la compassione e i sentimenti ad essa correlati (come amore, benevolenza, speranza, anelito alla pace) su un piano più astratto, spoglio, etereo, meditativo: penso ai lavori (ovviamente molto diversi tra loro) di Tavener, Henze, Rihm, Satoh, Saariaho, Kurtag. La consapevolezza della difficoltà a raggiungere l’ideale di una compassione universale ha spinto invece compositori come Ruders, Ran, Eben, Tal (tra gli altri) a fare ampio e variegato utilizzo di dissonanze e asprezze armoniche, allo scopo di sottolineare gli ostacoli che spesso si frappongono e rendono particolarmente ostico il cammino verso la fratellanza. Un cammino che tuttavia può essere intrapreso per varie vie, tra le quali la via della ricerca musicale, come il ‘Compassion Project’ sta meravigliosamente a dimostrare.
Voto: 8
Filippo Focosi