(Da Vinci Classics 2019)
Il compositore italiano Alberto Cara (nato a Tivoli nel 1975) definisce le sue musiche come improntate a una estetica della sorpresa. Concetto, questo, che presuppone l’esistenza di uno sfondo di convenzioni condivise, che nel suo caso sono offerte dalla tradizione classica di matrice tonale. Su tale sfondo, Cara innesta la propria vis creativa, per creare molteplici percorsi narrativi. Se in Ottavia, ispirata alle Città invisibili di Italo Calvino, siamo travolti da un’energia ritmica sfrenata, in Il mio mattin brillò il tema (il passaggio dalla vita alla morte) suggerisce un tono più dimesso e intimo, che si ritrova anche nel formalmente impeccabile Ricercare III. In Ok Trombone: Game Over all’orchestra si affianca il trombone solista, cui sono affidati passaggi virtuosistici e in parte improvvisati, con effetti volutamente ludici, anche nelle evocazioni sonore dei videogiochi. Il brano più corposo è la Sinfonia dell’Aria per viola, contrabbasso, fiati e percussioni, in quattro movimenti. L’ispirazione descrittiva/naturalistica prende corpo in scenari cangianti, retti da una ferrea disciplina formale, che si specchia nella natura concertante e nella densa polifonia. Non manca il gusto per il refrain, per il motivo accattivante e trascinante, come nel movimento conclusivo (Turbine). La vivacità dei colori orchestrali costituisce un’ulteriore fonte di interesse e godimento, a conferma della statura di Cara all’interno del sempre più ricco panorama della musica contemporanea italiana.
Voto: 8
Filippo Focosi