(Sunrise Ocean Bender 2016)
Gioele Valenti salpa con un nuovo progetto, il juju del titolo. Il colore dell’album è quello cui ci aveva abituato quando era Herself o Lay Llamas: droni fuzzosi, ring modulator, filtri, lo-fi. Ispirazione al mondo del sub-pop dei GOAT, degli Heroin in Tahiti, dei Neu!. Ma in più: ritmi incalzanti, e atmosfere che più che sub-pop sono proprio subacquee. L’ispirazione del disco è il viaggio che i profughi compiono dall’Africa attraverso il mediterraneo; il juju è il ninnolo da portarsi con sé per darsi fortuna nel periglioso viaggio. Il mare come luogo selvaggio, misterioso, insidioso fa capolino in Dance with the Fish, in Lost, perfino in Sunrise Ocean. Tra tutte le tracce mi ha colpito quel colpo alla Sonic Youth di We spit on yer grave, che ha tutti gli ingredienti per diventare un singolo.
Voto: 9
Gianni Zen