(Impakt 2021)
Non soltanto jazz (anzi: di jazz ce n’è proprio pochino), e non soltanto musica improvvisata. L’orientamento principale di questo lavoro del tubista, improvvisatore e compositore tedesco Carl Ludwig Hübsch è anzitutto un’incursione consapevole – e anche consapevolmente attenta a mettersi in scena come tale – nei territori della Neue Musik. La Multiple Joy[ce] Orchestra, erede della precedente James Joyce Orchestra, risponde bene alle partiture realizzando non tanto le note corrette, quanto piuttosto la musicalità fluttuante delle composizioni di Hübsch, scritte tra il 2009 e il 2019. Partitura scritta e spunto improvvisativo s’intrecciano già dalla prima traccia (Kopfland). Qui è il piano a muoversi liberamente, ascoltando i suggerimenti dell’orchestra. Il booklet definisce Schwarm, la seconda traccia, una “Konzept-Improvisation”, ed è effettivamente tale: un’opera d’arte concettuale incarnata nell’effimero scorrere dei suoni. Ungleich suggerisce già dal titolo che la ripetizione non presenta più volte l’identico, ma variazioni trasformative dovute all’accadere situato del suono e al contributo umano. Übertritte esprime un messaggio politico, costruedo un’attesa lunga ed estenuante che un evento accada, e qualcosa poi alla fine accade. Kleinbasel invita la nostra immaginazione a disegnare attraverso i suoni lunghi esposti dagli strumenti lo skyline di un sobborgo di Basilea. Nel complesso, l’album offre l’opportunità di tornare a scandagliare le possibilità teoriche di una musica concettuale, sulla soglia tra composizione e improvvisazione, nel solco ben disegnato della Neue Musik di tradizione tedesca. Ma, e ciò non guasta affatto, con un pizzico di ironia, e gioia, in più – dovuto probabilmente, almeno in parte, all’ispirazione letteraria evocata dal nome stesso dell’ensemble orchestrale.
Voto: 8