(Opax Records 2017)
Qualche giorno fa ho visto un tutorial su Youtube che spiegava come trasformare la propria chitarra in uno strumento musicale dalla foggia simile ad un fucile d’assalto. Me ne sono chiesto il perché. Capisco che imbracciare una chitarra possa ricordare di imbracciare un fucile, ma con una chitarra non si fa del male.
Ora mi è tornato in mente questo pensiero ascoltando questo album dei fratelli Opalio, con quella bellissima foto familiare in copertina (i nonni, i partigiani col fucile…). La resistenza di cui al titolo non è solamente QUELLA stagione storica; la resistenza per i MCIAA ha un significato esistenziale e poetico, come essi stessi scrivono. E si sente.
Si sente nella prima traccia, una fucilata tesa, nervosa, disturbata, infedele, sporca, tutto meno che silenziosa (a dispetto dell’anafora del testo). Si sente ancora di più nella seconda traccia, una stasi celeste, eterea, vagamente minimalista; di fronte alla frenesia urbana, mi sembra questa la migliore resistenza. Un disco che merita, soprattutto per la seconda parte. Tra l’altro, un progetto grafico elegantissimo.
Voto: 8
Gianni Zen
