(Helen Scarsdale 2022)
Un filo di agrodolci memorie, quello che arriva da Istanbul grazie ad Ekin Fil.
Di minimale grazia, un ritorno ad un’essenza strumentale, chitarra acustica, voce (spesso in polifonica stratificazione) e un minimo di tastiere, basta cosi.
Una malinconica, avvolgente ricerca di pacificazione, fluttuando in libertà tra folk ed un tot di andamento (cupo) shoegaze.
Un bianco osso Kendra Smith, lanciato in aria ed osservato ricader con un morbido tonfo a terra, degli Slowdive svuotati di ogni urto, resta solo un’eco, crepe e umidità, come in certe estasi low-fi dei Movietone.
Ascolta Hold.Back, Farba, Ghost Boy, Buried Again, lo spleen sepolcrale di Givin In, quella coperta infeltrita di Agora che ti copre le spalle e scalda mentre il sole cala.
Ieri ed oggi, in liquefazione l’un nell’altro.
Da ascoltare in cuffia al massimo volume, seduti su di una spiaggia deserta in Inverno, mentre la tempesta avanza lenta, ad inghiottir ogni luce.
Voto: 8
Helen Scarsdale Records Bandcamp Page