(AUT Records 2023)
È un disco di ricerca che esplora le interazioni tra forma composta e improvvisazione a partire dalla rivisitazione delle risorse, in particolare ritmiche, di un’arte vocale tradizionale tipica della musica carnatica dell’India del sud, il Konnakkol. I brani composti ed eseguiti da Nazareno Caputo (vibrafono, marimba, percussioni) e Omar Cecchi (batteria, percussioni, canto) sono sorretti dall’abile gioco tra percussioni intonate e percussioni non intonate e sono guidati da un programma estetico preciso che si focalizza sull’elaborazione di miniature e frammenti tematici in base alla convinzione che il richiamo alla tradizione – o forse meglio alle, o a, tradizioni – sia del tutto consonante con l’apertura alla sperimentazione con forme, strumenti e materie sonore (e in particolare con il ritmo e il timbro). Dopo l’esordio con un brano caratterizzato da una struttura ritmica in 7 (Mishra), viene presentata la suadente, garbata, eppur vivace, ipnosi della lunga FAB Suite. Si passa quindi al gioco vocale che apre le danze di piatti e vibrafono in Reminiscenze e, dopo alcune tappe di diversa lunghezza e carattere (Mutazioni, Grovigli – la cui spinta incisiva riporterà alla fine a un cenno di canto Konnakkol –, Preghiera), si approda a una fine in Trasparenza: eterea, misteriosa, inquietante.
Voto: 7,5/10