Buñuel ‘Mansuetude’

(SKiN GRAFT/Overdrive 2024)

La band italo-Usa con ‘Mansuetude’ giunge al quarto disco, dopo l’ottimo, “Killers Like Us” di due anni fa, ma anche i primi due dischi sono stati impeccabili.
Questo lavoro oltre ad essere al livello degli altri, vede la collaborazione di vari artisti che provengono da band ed esperienze molto in linea con il percorso dei Bunuel, vale a dire il chitarrista Duane Denison (The Jesus Lizard, Tomahawk, The Denison Kimbal Trio), il cantante dei Converge, Jacob Bannon, la cantante dei Couch, Slut Megan Osztrosits il violoncellista Andrea Beninati e David Binney al sassofono contralto e alla voce.
Il lavoro si differenzia rispetto ai primi due ed è più vicino al terzo, perché la tensione è massima. I brani sono spesso contratti e raramente esplodono, per cui la rabbia resta inesplosa, rendendo il sound imploso, a parte qualche eccezione.
La sensazione che emana questo lavoro è quella di una manciata di canzoni che sono state il frutto di un flusso di coscienza collettivo e di autoanalisi. Un lavoro senza uno psicoanalista che desse la direzione al gruppo, ma che ha lavorato in modo autogestito.
Questa è una semplice sensazione, perché il lavoro è stato ottimamente prodotto da Timo Ellis.
‘Mansuetude’ si apre con i cambi di registro stilistico di Who Missed Me, che evocano dei Mr Bungle infiammati e che virano verso il nu-metal. Se Drug Burn è un post-punk circolare, High Speed Chase è esplosiva, con un ottimo basso gracchiante, che sostiene dell’ottimo noise/post-core.
Irresistibile la ritmica hc-metal di Trash e intrigano le sperimentazioni di Leather Bar, con Xabieri Iriondo Gemmi, che torna alle sue elucubrazioni chitarristiche, con lunghe linee di chitarra noise, a un certo punto compare un violino che armonizza temporaneamente il sound, per poi tornare abrasivo e più sonico.
Un ottimo lavoro di noise sperimentale e di postcore!

Voto: 9/10

Overdrive Records Home Page

Lascia un commento