(Daydream Library Series/Goodfellas 2024)
Quasi a ridosso dell’usicta della sua autobiografia, l’ex Sonic Youth, pubblica il suo nono disco solista. L’età che avanza e i problemi di cuore devono aver influito sul processo di composizione dei suoi brani.
“Flow Critical Lucidity”, se per certi versi evoca il periodo di “A Thousand Leaves” della sua ex band, dall’altro ha sonorità dilatate e rallentate, in particolare nell’uno-due Shadow–Hypnogram, con fraseggi chitarristici particolarmente caldi e avvolgenti. Non lontano da questi due brani è We Get High, in cui il modo di cantare evoca quello di Leonard Cohen. Tuttavia, non mancano momenti sperimentali, che sono maggiormente presenti in The Diver, nella quale le chitarre salgono e scendono. Questo andamento sembra indicativo di una sua esigenza di cercare nuove frontiere della chitarra, che, evidentemente per lui sembra che abbia ancora molto da dare al rock e alla musica.
Struggente poi è la nostalgia che viene sprigionata in New In Town con tocchi lenti e post-psichedelici, che vanno a caratterizzare un brano ben costruito ed in cui convivono momenti scarni e complessi e nel quale viene evocato il momento in cui arrivò nella sua classe un compagno con cui condivideva la passione per Minor Threat, Bad Brains, Fugazi e Red C, ma di cui non c’è alcuna traccia.
Voto: 9/10