(Autoprodotto 2004) Rock pseudo-emo nei testi e stoner nell’intento per questo quartetto di Jesi. Mi sembrano abbastanza alla moda. Ma non mi comunicano molto. Insomma un gruppetto come tanti altri. Le sonorità sono costruite secondo i soliti stilemi rock-stoner che affossano il suono in un clichè finto-pesante. Come riferimento citano i Black Sabbath. Non ho […]
Archivio Autore: Marco Braggion
(Red House Recordings / Betularia 2004) Un breve ep. Ma ben curato. I suoni richiamano la wave anni 80. Le tastiere soprattutto i Cure, le chitarre i primi U2 e anche qualcosa della 4AD (Pale Saints?). La voce canta testi non banali che si incastrano bene con le armonie e i suoni. La prima canzone […]
(Lautoprodotto 2003) Un (quasi) concept album sul Babau di Dino Buzzati. L’idea è buona e come vuole la fonte si traduce in un risultato trasversale (come era Buzzati). Il suono dei B&MC è un miscuglio sonorità di gruppi anni 70 italiani (mi vengono in mente il Banco, la PFM e i Goblin), internazionali (in Quella […]
(XV Parowek/Tibprod 2003) Split tra due artisti polacchi. Il primo copre quasi tutte le tracce, il secondo copre con una traccia la durata del primo. Chefkirk usa dei suoni tipo Merzbow o anche qualcosa di Otomo Yoshihide. Il rumorismo che ne viene fuori e` controllato da loop che si ripetono e si susseguono. Filtri, FM […]
(Bad Boyzz Roxx, 2004) Suoni ebm per questa band krauta, misti a ritmi electro-quasi-metal. Ricordi di synth, qualche spunto ovviamente dai Rammstein, ma c’e` qualche assolo di chitarra che ricorda un po’ quei dischi metal prog anni 90 che facevano milioni di adepti. Solo un tuffo nel passato? Non direi. C’e` un buon miscuglio di […]
(TIBProd. 2004) All’inizio puo` spaventare un po’ la nota di copertina: industrial noise of a day in a factory. Un’ unica traccia su ognuno dei due cd. Un’ora per traccia. Ci troviamo davanti non a una semplice operazione di registrazione di suoni, bensì a una composizione di musica concreta che usa i suoni della fabbrica […]
(Autoproduzione 2004) Il nome è molto impegnativo. Sarebbe come chiamarsi ‘metal’. Un azzardo? Una provocazione? Di gothic in questo doppio album c’è qualcosa. L’atmosfera, i testi, i rimandi. Però c’è anche molto di electro. Ci sono molti spunti. Molte intersezioni. Ma il rischio è che si vada a finire in una matassa difficile da sbrogliare. […]
(Holidays Records) Sembra di essere ritornati indietro di 5 o 6 anni, quando il post-rock non era una categoria/tipologia sulle riviste di rock indie, quando c’era ancora il nuovo nell’aria. Sembra di sentire i primi e.p. dei Giardini di Miró, Early Day Miners, qualche appunto degli Hella. Il cantato sembra anche richiamare -con echi […]
(Nicotine Records 2004) Parte in quarta il disco. Beh mi assesto davanti alle casse e penso: un nuovo disco rock’n’roll. Invece… In certi punti sembra la voce di Agnelli, mescolata alla tradizione italiana dei cantautori anni 60. Quelli che facevano rock’n’roll (sì Celentano e compagnia bella…). I testi sono una parodia [spero!] di tutto quello […]
(Clapping Music/ Dense 2004) Minimalismo elettroacustico. Sì ma mica tanto profondo. Anzi. Vorrebbe essere profondo. Invece riesce ad essere molto orecchiabile. Giusto per passare qualche ora. Insomma un buon disco di sottofondo. C’é qualche suono di arco, qualche tasto di pianoforte sfiorato, insomma quella finto new-age che un po’ si sente anche nelle ultime cose […]