(Gulcher Records 2006) Drone post-folk per questo duo americano che si insinua amabilmente in una tradizione ormai consolidata, fuori da ogni tipo di logica mainstream, con qualche vago ricordo della psichedelia fine 60 e delle prove più recenti della cricca di Devendra Banhart. I pezzi (perlopiù strumentali) che Steve Painter e Rick Breault ci propongono […]
Archivio Autore: Marco Braggion
(SKP Records 2006) Nicola Manzan si discosta completamente dalla sua attività di violinista e arrangiatore (ha collaborato – tra gli altri – con Paolo Benvegnù, Nonvogliocheclara e Yuppie Flu) per consegnare alle stampe un CDR autoprodotto di electrogabber mescolato col noise metal che ricorda le pazzie in accelerazione dei R.U.N.I. spinte a più di 200 […]
(Lizard / Audioglobe 2006) Ormai una realtà consolidata nel campo musicale ai confini tra hard rock e metal (sono infatti sui palchi dal 1984), i romani Arpia ritornano con un nuovo disco pieno di rimandi alla tradizione dell’ultimo hard rock italico, al progressive metal e al dark. Il lavoro è un concept sui contrasti tra […]
(Roll Over / Astrazioni Foniche 2005) La lezione dei Red Hot Chili Peppers mescolata con l’hard rock tendente al metal, il nu-dark dei Lacuna Coil o dei maestri danesi Gathering e il chitarrismo tecnico-melodicodi Vai o di Satriani sono le basi da cui parte questa band italiana che riesce a creare un disco sorprendente per […]
(Gulcher Records 2006) Un disco velocissimo in piena conformità all’estetica punk dei Dead Kennedys o dei mitici Misfits, mescolata a una sensibilità americana con svisate rockabilly/country/blues che in alcuni istanti ricordano la sensibilità più lo-fi dei Velvet Underground. Il disco non aggiunge niente a quello che da 20 anni abbiamo già sentito e rimasticato milioni […]
(Morr Music / Wide 2006) L’electro intimista di Arne van Petegem si mescola alla parlantina rap di Fat Jon in una reunion musicale indie-hop con influenze che partono dal ricordo electro old school nel supersingolo giocattoloso Scream It Out e che arrivano ai Röyksopp (Acid Rain Robot Repair) passando incidentalmente per un electrogangsta decisamente insolita […]
(Morr Music / Wide 2006) Conoscendo il soggetto, resterete un po’ sorpresi dal cambiamento. Blumm passa di brutto dall’elettronica all’acustic post-jazz. Senza stare tanto a formalizzarsi per l’etichetta che lo produce, suona di tutto (dalla chitarra al contrabbassso, dal piano giocattolo allo xilofono, tanto per citare alcuni strumenti) e lo fa in una maniera pensosa […]
(Karate Joe / Baked Goods 2006) Il debutto del trio viennese è un pop sbilenco fatto di drones di chitarre e organo (come non tirare in ballo subito le Organ?) e di vocals effettati che si nascondono dietro un muro di suono caldo, quasi intimo, molto materno. L’incipit parte subito dai cori delle ultime Electrelane […]
(I dischi di Angelica/ReR Megacorp 2006) Il lungo pezzo – un’ora – di Antonio Della Marina nasce nel 2001 come installazione audio; è formato da una serie di loop di sinusoidi di differente durata accordate in just intonation. Su queste tracce sono stati inseriti in seguito effetti di tremolo e sono stati modificati alcuni inviluppi […]
(Fratto9 Under The Sky Records / Jazz Today 2006) Il post-jazz dei Caboto ritorna dopo un po’ di tempo a scaldarci i timpani in modo decisamente sorprendente. Il terzo album del gruppo bolognese – diciamolo subito – è un piccolo capolavoro condito da una salsa che mescola le vicende post-New York no wave, il minimalismo […]