(Fringes 2005) Nuovo lavoro per il concretista francese Èric La Casa ed è di nuovo profondo stupore ed ammirazione. Meraviglia bambinesca che ci rapisce, spazi reali ed immaginati che si vengono a sovrapporre in una serie di stratificazioni sonore di bellezza abissale. Suoni trovati, suoni rubati; respiro dell’universo che diventa materia. Di dilatazione si parla, […]
Archivio Autore: Marco Carcasi
(Carbon 7/ 2004) Il gruppo belga Finnegans Wake taglia il traguardo del quarto album e lo celebra realizzando un pesante doppio cd. La formazione si allarga a dismisura sino a 19 elementi che mettono un pelo di tutto in questo pachiderma multicolore. Il primo cd risulta essere legato a doppio filo ad un prog barocco […]
(Cut 2004) “Capture” è documento sonoro di una installazione realizzata da Möslang nell’estate del 2004 che prevedeva dieci lampade fluorescenti amplificate tramite microfoni a contatto; riprocessate in tempo reale da un pc con un programma speciale e sparate dai diffusori nell’ambiente. Tutte le iene innamorate dei suoni di frontiera a questo punto esclameranno quasi sicuramente […]
(Autoproduzione 2005) Doctor Who non è un pivello, agitato agitatore con la sua etichetta Idroscalo D’Autore ha dato alle stampe la pregevole compilation “Disco Compatto Numero Uno” che metteva in fila bei nomi come Justin Bennett, Maurizio Martusciello; Anton Nikkilä e molti altri esponenti noti e meno noti di certa elettronica espressionista che la dicono […]
(Cut 2004) Taku Sugimoto compone, Jason Kahn esegue. Una sicurezza vero? Tre minuti di silenzio e scattano i piatti (le casse ringraziano), plin plin plin plin ed ancora plin. Segue un’oasi di calma e si riparte di nuovo, plin plin plin plin ed ancora plin. Di nuovo calma, colpetti sparsi in giro, qualche risonanza simpatica, […]
(Cut 2004) Improvvisazione in quel di Zurigo nell’estate del 2004, sei i coinvolti per l’occasione, oltre a Jason Kahn sono della partita, Tomas Korber, Norbert Möslang, Günter Müller, Steinbrüchel e Christian Weber. I soliti nomi noti dunque. Tutto da prassi nella prima parte dell’opera in questione, si avverte la mancanza delle immagini dello stesso Kahn […]
(Carbon 7 2004) Due pianisti belgi che si ritrovano alle prese con uno strepitoso piano restaurato del 1877. Il primo a metterci le mani sopra è Fred Wilbo che crea quindici frammenti nell’agosto del 2002. Ad un anno di distanza l’invito viene esteso all’amico Charles Loos; altri quindici frammenti ed il gioco è fatto. Ed […]
(Ctrlaltcanc/Afe 2005) Ascolto profondo; poi ancora più profondo. Materia che si dissolve, ricordo sbiadito di arti campestri di altri tempi. Indissolubilmente legato a storie nostrane eppure distante ed alieno come pochi. Punck se avesse parole da usare sarebbero macigni pesanti un secolo e lunghi un chilometro e su questo non ci sono discussioni di sorta. […]
(For 4 Ears 2004) Due vecchi percuotitori di pelli (ed altro) si ritrovano a confronto, quasi un lavoro sulla memoria, sul ricordo, vibrazione pura; talvolta più morfinica ipotesi che reale consistenza. Eppure è proprio questo senso di vagare nell’indefinito che affascina notevolmente in questo “Blinks”, la perdita di ogni velleità espressiva tribale (sarebbe stato l’ultimo […]
(Pfmentum 2005) Jeff Kaiser abbandona per un attimo il suo Ockodektet ed in compagnia del neozelandese Andrew Pask ci sforna un dischetto agile/pesante di notevole spessore. In sintesi siamo di fronte ad un oscuro viaggio misticheggiante fra schizzi jazz, paturnie improvvisative più accese, deviazioni inqualificabili e un’elettronica stiracchiata verso il basso che sfiora spesso derive […]