(Die Eigene Gesellschaft 2020) Ristampa in doppio vinile per la terza uscita datata 1993 (originariamente su What’s So Funny About) dei berlinesi Mutter. Batteria/chitarra/basso/voce per un annichilimento totale che del rock resta ben poco. Di base il cavallo di Troia è quello, il resto è sfascio e degrado morale nella Germania post-muro. Grovigli distorti, rumorosi […]
Archivio Autore: Marco Carcasi
(Unseen Worlds 2020) Nella quotidiana dieta di spine crude, un intervallo è sempre ben accetto, capita a cecio nel frangente, il chitarrista giapponese Leo Takami. Il seguito del più rarefatto “Tree Of Life” del 2017, è un fragrante bouquet di gradevoli sfumature color pastello. Morbide evoluzioni soliste, jazz e tradizione, dolce minimalismo e l’occhio interno, […]
(Two Acrons 2020) La terza uscita dello statunitense musicista/fotografo/scrittore a Tokyo Will Long “Continents” (del 2006, originariamente un astuccio dipinto a mano in edizione limitata contenente un CDr, un mini Cdr, inserti fotografici e poetici) in versione remastered (Stephan Mathieu) + bonus track (circa un ventino di minuti in più rispetto all’originale). Un lentissimo srotolamento […]
(Miasmah 2020) Gli Zelienople sono un trio post rock di Chicago attivo da una ventina d’anni. “Hold You Up” è raccolta di sei tremolanti canzoni, dove la luce, spesso perde la partita con il buio. Chitarre in circolo, miraggi di frontiera (torpida e assolata), pulviscolo traslucente (drone/ambient) in sospensione, un leggero pow pow tribale. Di […]
(Crónica 2020) Il secondo album della sperimentatrice portoghese Diana Combo (aka Síria / Eosin), amplia e sintetizza all’osso quanto di buono mostrato nel precedente “Cuspo” del 2018 (anche quello su Crónica e come questo, in limitata edizione su nastro, dunque, veloci…). Vinili manipolati, field recordings, metalli trattati, l’inaspettato, stralci di canzoni trovate/cantate, tutto in scultoreo […]
(Ous 2020) Il settimo album dello svizzero Bit-Tuner, abbandona quasi del tutto il battito e si dispone in modalità introspettiva da, soundtrack neon urbano multicolore. Potenti melodie (scintillanti e cinematiche) e torpide movimentazioni di bassi torcibudella. “Blade Runner” ambient, cupa e distopica. Minimalismo ascensionale ed eleganza descrittiva. “Exo”, composto al termine di una parte di […]
(Jahmoni Music 2020) Dal Massachusetts a New York e poi Berlino, sempre tra battute falcianti. Che mantiene l’origine frontale hc/punk dell’adolescenza mentre le gambe s’intrecciano veloci. L’Europa poi il giro degli squat e un’importante riconoscimento al Prix Ars Electronica nel 2007 (premio annuale assegnato a gentina come Aphex ma pure Peter Gabriel). E poi live, […]
(Mesmer Produzioni / EeeE / I Dischi Di Plastica 2019) C’è una notte di Natale del 2017, magica o terrifica (fate voi, io son per le fatine), che spalanca occhi, riempie orecchie e fornisce parole e parole, che poi son quelle di un mondicello tondo, dove partono telefonate e ci son cosce e cuori sfranti, […]
(Idroscalo Dischi 2020) Completa ed espande materiali fermi da una quindici di anni Mario D’Andreta, da quel “Sequence A” edito sotto il moniker Doctor Who, oggi come allora, in modalità rielaborazione digitale field recordings, smontati, ridotti all’essenziale, strattonati (meno di ieri) e ricomposti. Arte acusmatica sempre in bilico fra opera di espansione gassosa style, sommessi […]
(Boring Machines 2020) Delicate bave folk su risacca caos (minimale) di field e feedback, una voce affogata che affoga. Cambia poco il progetto My Dear Killer, cambia un niente, formazione che si amplia o restringe (qui si amplia descrittiva come trattenuto crepuscolo noise), ma funziona, stringe alle caviglie e tira a fondo. Un chiar di […]