(Someone Good 2017) L’ex leader degli avant-art rock After Dinner torna a farsi sentire con questo “Qoosi”, che dovrebbe render libere e udibili, le voci degli spiriti intrappolati nella tecnologia dell’oggi (vaaaaa be!). Delicato campionario ipnagogico di sgocciolanti field recordings, distorsioni discrete applicate su scie ambientali, refoli folk, soffuse trame canore nippo fluttuanti e qualche […]
Archivio Autore: Marco Carcasi
(A Guide To Saints 2017) A sbatter la testa sullo spigolo di un circostante disastrato, fra negazione dei diritti e oppressione dei mercati (alla faccia mia e tua). Un prolungato urto siderurgico, ripetitivo, sfiancante, leggero come uno swing randellato in mdma (Attack The Power Of The Hordes, non lontano da punitivi cicli Scorn), disteso, come […]
(Public Eyesore 2017) Di etnie apparse e scomparse nel volger di un battito impro arcaico/alieno. Lande ampie, ventose assolate, fra pietra e cielo terso, di silenzi, movimenti materici ed echi misteriosi sul limite del percettibile. Il tempo e lo spazio, concetti alterati e forzati. Alan Sondheim a fornir sollecitazioni etno non ortodosse, corde, soffi, metalli […]
(Metatrope 2017) Registrato nel corso di due pomeriggi nel Dicembre 2016 a San Diego, “Transmogrification”, è la prima opera in solo per il contrabbassista/compositore californiano Kyle Motl. Quindici brevi frammenti impro senza nessuna manipolazione post. Lo strumento contrabbasso esplorato/sollecitato nel suo insieme legno/metallo. D’archetto e di colpi, sezioni d’attrito metallico, brevi frasi jazz trasfigurate, cenni […]
(Intonema 2017) Il canadese Jamie Drouin (no-input mixer/laptop/mic a contatto/radio) e il tedesco Hannes Lingens (timpano/rullante/oggetti), a darsele secche in libertà con particolar cura per il microscopico dettaglio (session registrata in studio con cuffie piuttosto che uscendo dai monitor). Sfrigolii statici, torsioni, sfioramenti e qualche intruppo d’insieme da ematoma e non da frattura. Quaranta minuti […]
(Migro 2017) Un microfono che durante una sessione di registrazione s’ingrippa emettendo l’inaspettato e l’atteso. Un aneddoto su Thelonious Monk che sosteneva che in musica esistessero giusti errori. La digitazione di Round Midnight in linguaggio macchina/computer (nello specifico, ASCII ottale). L’inclusione e trattamento dell’elemento silenzio con l’inaspettato e l’atteso di cui sopra. Cinque ispide composizioni […]
(Loud! / Final Muzik 2017) Ci sono storie e parole, la pietra rovistata senza tregua dal flusso e la pietra immobile nella polvere della stagione secca. C’è il trascorrer delle stagioni e poi giorni e anni. Ricordi bellici e rifiuti tossici assortiti (interrati o in fiera bella evidenza). Foto di famiglia in esterno festa e […]
(Discus 2017) Rigore e visione ad ispirato innesco istantaneo. Sette movimenti impro per piano (Stephen Grew) e sassofoni (Trevor Watts, nella metà dei britannici sessanta, fondatore con John Stevens dell’esperienza Spontaneous Music Ensemble). Attrattive, rapide e spigolose osservazioni d’insieme. Dirette e crepuscolari sul limitar del torcicollo strumentale (Bird’s Eating), frenetico/notturno incastro contemporaneo (They’re All Home), […]
(Public Eyesore 2017) Tra passaggi che diresti revisione futuribile di umori arcaico/rituali alla Third Ear Band (l’iniziale e serpentella Ghost Train, la risonanza incantatoria di Innocence Walk A Dark Path), surreali astrazioni microtonali proiettate su fondali alla Moondog (Metal Land Miniatures), propensi nel combinar all’occorrenza, cameristiche dronanze metallico/aliene e flussi di allucinatorio spoken/noir (The Dream […]
(Creative Sources 2017) Un catalogo di brevi e surreali sketch per solo trombone preparato. “My Tubes”, prima opera solista del pugliese Carlo Mascolo, raccoglie quindici borbottanti azioni non ortodosse. Il corpo/strumento, tramite applicazione di varie imboccature modificate e pratiche non convenzionali, diventa una sorta di generatore sonoro, a malapena riconducibile ad un più canonico modello […]