Archivio Autore: Marco Carcasi

Drøne ‘A Perfect Blind’

(Pomperipossa 2017) Una pulsazione, continua e ipnotica, field recordings quasi tattili in plumbea stratificazione incombente, schianto e dissolvenza. Squarcio blu, archi in fase di allungo, rintocchi e torsioni metalliche, introversioni folk da camera Constellation, schianto e dissolvenza. A girar di lato. Folate di synth modulari, onde corte, balbettanti voci nel buio in montaggio, masse elettriche […]

The Argonauts ‘Here Come The Argonauts!’

(Accretions 2016) Quattro musicisti giapponesi d’estrazione impro/experimental in libera uscita (DB, Risa Takeda, 3ch e il veterano Marcos Fernandes, chitarra/tastiere/basso/batteria), a spiattellar un crash lisergico strumentale a base di surf, garage sixties, cadenze dub e paturnie bluesy. Ritmica solida spesso piantata in quasi loop e melodiose stratificazioni in avvampo di feedback/wha-wha. Scorticati ed energici quel […]

The Keith Tippett Octet ‘The Nine Dances Of Patrick O’Gonogon’

(Discus 2016) Ispirato da temi della musica popolare irlandese, “The Nine Dance Of Patrick O’Gonogon”, è anche l’occasione per presentar il nuovo ottetto del veterano pianista/compositore inglese Keith Tippett. All’oggi, formato da ex allievi della Royal Academy Of Music’s Jazz, dal batterista/collaboratore di lunga data Peter Fairclough e dalla tromba dell’italiano London-based Fulvio Sigurtà. Un’insieme […]

Eloisa Manera Ensemble ‘Invisible Cities’

(Aut Records 2016) Opera saettante quella della violinista/improvvisatrice/compositrice italospagnola Eloisa Manera. Che sfoggia un fresco tiro spiazzante e sbarazzino, a botte di funk ossuto, insiemi astrali in tiro Arkestra (Cities e Exchanges), polveri e serci di tradizione popolare (remiscelata in strobo spesso cubista), inneschi lunari, ciondolamenti post RIO manco fossero dei Remote Viewers (Cities e […]

Jonas Kocher ‘Plays Christian Kesten e Stefan Thut’

(Bruit 2016) Il fisarmonicista svizzero, interpreta due movimenti in solo ideati dai compositori Christian Kesten e Stefan Thut. Silenzi, osservazione delle caratteristiche strumentali, bave di suono filiformi in stratificazione controllata e differenze tonali (primo brano). Silenzi, osservazione delle caratteristiche strumentali, bave di suono filiformi, differenze tonali, leggere rientranze dell’ambiente circostante, netto il passaggio di un […]

Christian Bouchard ‘Broken Ground’

(empreintes DIGITALes 2017) Un’insieme di nitide segnalazioni elettroacustiche in statica sospensione chiaroscurale. Il paesaggio urbano di sette città, osservato mutar nel corso di dieci anni, fra decadimento, nuova bellezza e reinterpretazione. Dodici tracce, figlie dell’inclusione del compositore elettroacustico canadese, nel decennale progetto espositivo del connazionale Derek Besant. Bouchard, procede lasciando propagar nel vuoto, l’acustico ridefinito […]

Those Lone Vamps ‘In Wheatfield’

(Vernal Week 2017) D’incastro fra montagne e cielo, più o meno come al solito per quel geniaccio ispido di Bruno Clocchiatti-Oakey e la sua cellula Those Lone Vamps. Che a questo giro sputa fuori cinque lunghe ballate, registrate fra le Alpi con un quattro piste malmesso in una miniera di rame nel 1984. In solitudine, […]

Patrizia Oliva ‘Numen – Life Of Elitra Lipozi’

(Setola Di Maiale 2016) Ristampa di un nastro edito originariamente da Staaltape, dedicato al neurologo Oliver Sacks (1933-2015), “Numen – Life Of Elitra Lipozi”, è opera che scrolla di dosso Patrizia Oliva (Madame P), parecchio del sentire weird che la caratterizzava. Sia chiaro, le evoluzioni vocali spiraliformi, sorta di folk/blues/noir in diluizione avant/impro, ci son […]

Jerman / Salis / Sanna ‘Kio Ge’

(Confront 2017) Dodici brevi improvvisazioni, per materia organica trattata con estrema sensibilità, field recordings, percussioni disossate, zither, oggetti ed onde radio. Frutto della collaborazione fra il sound artist statunitense Jeph Jerman (fondatore della sublime esperienza Animist Orchestra) e gli italiani Giacomo Salis e Paolo Sanna. Gioco d’immaginazione estesa fin quasi sul ciglio dell’inudibile, di sottrazione […]

Basement Disharmonic Orchestra ‘Ballad For Stockhausen’

(Balkan Veliki 2017) Due chitarre elettriche, un clavinova e dei pad elettronici in azione strobo dalla Macedonia. Tre lunghe composizioni fluttuanti e ingarbugliate. Bizzarrie di elettronica sci-fi, agoniche apparizioni di stralci classic rock immersi in disosso, qualche evoluzione gorgogliante e la tendenza a mutar nel breve in irritante tappezzeria da sala giochi colta/snob. Un’Arkestra in […]