Archivio Autore: Marco Carcasi

Bilbao Syndrome ‘I-VI’

(Babel Label 2012) Le danno secche, gli inglesi Bilbao Syndrome. Metal concettualmente zorniano, veloce, livido e appuntito. Inframezzato, da maligne stasi frustranti e condotto alla catena, da una voce brutale ed eclettica (Patton?). Tastiere, batteria, basso, voce e chitarra, tecnicamente preparatissimi ma, mortalmente noiosi e risaputi. Sei veloci brani, fra stacchi furenti, oscurità e rantoli […]

Combustione e Liberazione ‘Ash Me’

(Orgonomy Records / Narvalo Suoni 2012) Drone music punente, o harsh, in ipnotica evoluzione. Al massimo volume possibile. Un battito rallentato, sino alla brachicardia. Ridotto a sgranatura, mentre intorno, gli eventi saettano. Locked grooves, concretismi a contatto, open hardware, elettronica homemade. Distorsione, una visione pallida, satura di anfetamina, del kraut di un tempo. Quello più […]

Franco D’Andrea ‘Traditions And Clusters’

(El Gallo Rojo 2012) A settant’anni, al pianista Franco D’Andrea, di vivacchiar sugli allori, racimolati lungo la carriera (cominciata nel 1963, con Nunzio Rotondo alla Rai…), non vien proprio in mente. Consolidato il sodalizio con El Gallo Rojo (utile nell’arrivar ad un pubblico nuovo), D’Andrea procede sicuro, nel proprio lavoro di sintesi e ricerca. In […]

Endless Nostalgia ‘Homemade Gloomy Pop’

(Oltrelanebbiailmare 2012) Trentasei piccole perle.Il far luce, su una delle sigle più defilate, in quella stagione di post punk/wave nostrana, che durò un istante di originalità.Fra cloni ottusi, mediocri, ed un vociar baritonale, impossibile da non adottar, se si vuol aver un briciolo di visibilità.Logico che, il duo composto da Bi Nostalgia e David E.H., […]

Nazo Zakkak ‘A Pause By Any Other Name’

(Accretions 2012) Sei espansioni pianistiche crepuscolari. Iridescenti linee armoniche, dove lontana è, ogni aggressiva suggestione. Pause, silenzi, quieta aspettativa dell’evento che segue. Feldman, Eno, Harold Budd. Minimalismo e seduzione. Semplice e meravigliosa ricerca. A volte, le parole sono un ingombro gravoso. Perdersi lentamente, nella neve che verrà. Voto: 8 Link correlati:Accretion Records Home Page

Luciano Maggiore / Francesco Brasini ‘How To Increase Light In The Ear’

(Boring Machines 2012) Traforanti e struggenti movimenti dell’animo, quelli (oggi) esposti, dal duo Maggiore / Brasini. Dove il precedente “Chàsm Achanés”, rimestava fra rombi e basse frequenze, “How To Increase Light In The Ear”, s’invola leggero, fra sciami strazianti, di cangianti alte frequenze.Dove tutto, pare apparentemente immobile, ma, fra microscopici click e variazioni tonali, si […]

Quilibrì ‘Il Drago è Astratto’

(El Gallo Rojo 2011) Opera d’intrigante seduzione, questa seconda uscita del sestetto Quilibrì. Capitanati dal sax di Andrea Ayassot (da lungo tempo, al fianco del pianista Franco D’Andrea…), sviluppano un sound, sommesso e melodioso, che sfugge agilmente le strettoie di genere. Con discrezione e raffinatezza. Fuori dal mucchio, a cominciare dalla singolare formazione esposta, che […]

Panda / Combustione e Liberazione ‘Split’

(Orgonomy / Narvalo Suoni 2012) Nulla aggiunge, qualcosa toglie (in termini, di percezione complessiva dei progetti).Panda, li ricordavamo più colorati, nello split insieme a Compoundead.Erano, in quel caso, sconvolte escrescenze weird, sottoposte a trattamenti brutali.Ora, son tre monoliti, d’ortodossia harsh, quelli che ci becchiam da loro.Almeno son rapidi.Urla, sgranature, riverberi e contattate ottundenti.Un leggero acquietamento […]

Insub Meta Orchestra ‘Archive#1’

(Insubordinations 2012) L’IMO, è un’insieme di ricerca orchestrale svizzero, formato da una quarantina di improvvisatori.Fondato nel 2010, viaggia intorno ad un concetto di suono/fucina, libero da ogni costrizione di genere.“Archive #1”, è la prima uscita per l’ensemble elvetico.Che lungo sei composizioni (cinque condotte da un membro dell’orchestra, una, di libera battuta), tira le fila di […]

Chefkirk ‘We Must Leave The Warren’

(Eh? 2011) Bel tipetto prolifico, l’americano Roger H Smith (Chefkirk).Maggiormente agitato, in precedenti occasioni, con “We Must Leave The Warren” ci rilassa (quasi piacevolmente), lungo cinquanta minuti di produzione casalinga, per no-input mixing board (con l’aggiunta di un sampler, in un paio di episodi).Largo dunque, a frequenti scricchiolamenti di segnale (soprattutto nel primo movimento), che […]