Archivio Autore: Marco Carcasi

La Piramide Di Sangue ‘Tebe’

(Boring Machines / Sound Of Cobra 2012) Ne macina di suggestioni, questo esordio su vinile rosso, dei torinesi La Piramide Di Sangue. In principio, era un nastro in solo, a nome Gianni Giublena Rosacroce (Stefano Isaia dai Movie Star Junkies), a cui, in seguito, si aggiungono altre sei teste bruciate. “Tebe”, è un’atipica ustione. Non […]

Daniele Brusaschetto ‘Cielo Inchiostro’

(Bosco Rec 2012) Non sembra voler finire, questo calore estivo.Le gonne rimangon corte.Polpacci, tatuati e muscolosi ancora esposti.Per convenzione e dovere, indossiamo pantaloni lunghi e camicie aperte/svolazzanti.Loghi, sigle e cazzate colorate, si accumulano sulle t-shirt.Nel dubbio si suda.Nel dubbio si procede.Le notti paion lunghe, la finzione propaga.Crederci o no, è equivalente.Far silenzio non funziona.E scomparir […]

Pablo Montagne ‘Cordale’

(Setola Di Maiale 2012) Ossessivo e frastornante.Sulla lunga distanza, d’improvviso, splendente.Che frenesia, caparbietà ed acume scavezzacollo, a Montagne non difettassero, “Solo Immobile” e “Crudités” (in duo con il batterista Giacomo Mongelli), l’avevan ampiamente dimostrato.Ora, “Cordale”, flette feroce, articolazioni e corde.Sollecitazione fisica, che per libera rifrazione, emana scintille tutt’intorno.Diciassette composizioni, per chitarra acustica e classica.Testarde ripetizioni […]

Tiziano Milani ‘Touch’

(Setola Di Maiale 2012) Le architetture sonore, di Tiziano Milani, si affinano sempre più.Quasi al limite dell’impalpabile.Dove, il precedente “The City Of Simulation” metteva tanta (ottima) carne al fuoco, nella sua interazione suono/immagine/parola, “Touch”, si smaterializza in una nube, leggera e vaporosa.Una meditata fase compositiva, che viaggia per sottrazione e progressive, delicate apparizioni materiche.Mai in […]

Philip Blackburn ‘Ghostly Psalms’

(Innova 2012) Opera struggente, “Ghostly Psalms”, dell’inglese Philip Blackburn.Ribollente di vita.Fra caos ed ordine, decadenza occidentale e bolle di panica serenità orientale.Sogni, mare, vento che spazza, polverose colline dove il verde si abbarbica, ostinato e nodoso.Parole, cori, organi, field recordings, ricerca armonica squassante.Il porto di Duluth (Minnesota), la sua vita, le sue sirene, campane, fresatrici […]

Sarang ‘The Dream Of Earth’

(Silentes 2012) Una sensuale visione ambientale, catturata un istante prima, del sorger del sole pieno.Con il vapore che si alza, rendendo indistinguibili fra di loro, acqua, cielo e terra.In lontananza, scampanelli metallici devozionali.Le ultime presenze/custodi della notte, in rapido dissolvimento.Restan la terra e l’acqua, distinguibili ora, immerse in un silenzio pacificatorio.Impressivo debutto, per la sigla […]

Hag ‘Moist Areas’

(Eh? 2011) Gran bella impro da Brooklyn.Rantolante, stridente, soffocante.Per tromba, rullante e contrabbasso.Son tre folli, Brad Henkel, Sean Ali e David Grallman.Un suono minimale, trattenuto, tra sfregamenti d’insieme e zone di libera battuta.Tensivo e non conciliante.Che parte dal jazz (più o meno), si apparta come un lungo drone incubico (smangiucchiato dai topi), erompe come demente […]

Foust! ‘Space Sickness’

(Eh? 2011) Da Amherst, Massachusetts, Scott Foust.Un cazzo di simpatico maniaco, reale outsider, ma non autistico.Piuttosto, uno colpito da una particolare forma di follia, colorata e senza tempo.“Space Sickness”, è il suo secondo lavoro lungo (“Jungle Fever”, il precedente).Dieci intrippamenti casalinghi, registrati nel 2006, per synth, radio ed eco.Deve far parecchio freddo ad Amherst.Le macchine […]

Strongly Imploded ‘Twilight Of Broken Machine’

(Eh? 2011) O anche, Oddly Imploded e Grizzly Imploded.Cambian alcuni attori, ma il risultato non muta.Impro free rock, catastrofico e metropolitano.Libero, feroce, matematico e da tempo svezzato.Dove interscambiabili son gli stati di attesa e rilascio.Facce della stessa medaglia.Straziate memorie Ayler, la guerra lampo dei Borbetomagus, l’impossibile fatto carne dei This Heat (concettualmente, la stessa finestra, […]

Chefkirk ‘We Must Leave The Warren’

(Eh? 2011) Bel tipetto prolifico, l’americano Roger H Smith (Chefkirk).Maggiormente agitato, in precedenti occasioni, con “We Must Leave The Warren” ci rilassa (quasi piacevolmente), lungo cinquanta minuti di produzione casalinga, per no-input mixing board (con l’aggiunta di un sampler, in un paio di episodi).Largo dunque, a frequenti scricchiolamenti di segnale (soprattutto nel primo movimento), che […]