(Arts & Crafts/Audioglobe 2004) Con un paio di anni DI RITARDO rispetto all’edizione d’oltreatlantico giunge nei nostri lettori il secondo album (il primo “Feel Good Lost” è stato comunque recentemente ristampato dalla Arts & Crafts) di uno dei progetti più intriganti dell’indie-rock contemporaneo. L’instabile collettivo di Toronto, che annovera tra le sue file un nucleo […]
Archivio Autore: Mauro Carassai
(Level-Plane 2004) Seconda prova sulla lunga distanza per il progetto One Am Radio del cantante Hirishikesh Hirway e della violinista Jane Yakowitz, “A Name Writ in Water” estende i confini del dream pop dolceamaro del precedente “The Hum of the Electric Air” verso un più riconoscibile territorio indietronic che si situa tra la leggerezza post-pop […]
(Morr Music/Wide 2004) Carte false per i Lali Puna. Come da titolo dell’album la band di Valerie Trebeljahr sembra impegnata stavolta a mistificare (almeno un po’) le credenziali guadagnate con lo splendido “Scary World Theory” del 2001. Se quella meravigliosa collezione di perle electropop li voleva alfieri di un’inedita forma di intimismo hi-tech, la nuova […]
(Konkurrent/Wide 2004) L’iniziativa della danese Konkurrent di creare contesti interattivi per bands dalla sensibilità musicale affine si rivela, almeno a giudicare dai risultati, come una delle poche davvero interessate ai contenuti (leggi banalmente ‘musica’) più che alla fomentazione di feticismi completisti nei confronti di questo o quell’artista. La serie “In the Fishtank” si arricchisce infatti […]
(Eat Sleep/Audioglobe 2004) La Eat Sleep sta mettendo a segno una serie di colpi niente male per essere una semiesordiente. Insieme al bell’album dei The Belles (consiglio vivamente agli appassionati di country pop di tenere d’occhio il duo del Kansas), ecco servita un’altra prelibatezza per palati d’altro genere, vale a dire tutti quelli che negli […]
(Santeria/Audioglobe 2004) Difficile quando si parla di Hector Zazou scegliere in maniera netta tra le espressioni ‘elettronica colta’, ‘eclettismo congenito’ o ‘raffinato sperimentalismo’. Sta di fatto che ogni album dell’artista (compositore? Vale la pena esagerare con la parola ‘genio’ solo perché ognuno di questi sembra fare storia a sé?) francese colpisce più bersagli contemporaneamente conficcandosi […]
(Ochre 2003) Bellissimo. Un album di straniato/nte ‘space folk’, ‘minimal wave’, ‘indietronic’, ‘post pop’ (chiamatelo come volete) come questo meriterebbe lodi ben maggiori di quelle che sarò in grado di conferirgli nelle prossime righe, quindi meglio mettersi l’anima in pace e far sembrare il tutto come una normale recensione. Insieme ai fidi Don Mandarin e […]
(Ache Records 2004) Sono tipi di poche parole alla Ache. Estremamente diretti (qualità di cui si sente estremo bisogno di questi tempi – e non solo in politica). L’etichetta canadese sforna dischi di corta durata come pugni in faccia immotivati o insulti irriverenti che non ammettono possibilità di replica. A raffronto dei quattordici minuti dello […]
(Stoutmusic/Audioglobe 2003) Non so esattamente cos’è che non funzioni nel disco di Nordgarden (e dire che nella congiuntura in cui mi trovo a scrivere si affollano scorpacciate di folk in tutte le salse e di tutte le epoche). Forse è proprio una certa insita stanchezza nella proposta iconografica del musicista norvegese: una indistinta noia da […]
(Snowstorm Records/Wide 2003) E’ ben noto che gli album solisti dei ‘fuoriusciti’ finiscono quasi sempre per essere considerati veri e propri dossier rimasti fino ad allora segreti circa gusti, capricci latenti o elementi di una formazione musicale insospettabile dei soggetti in questione. In molti casi sembra quasi che quei musicisti non stessero aspettando altro che […]