(Seasides On Postcards 2021) Dieci brani di minimale ambient dubbata da Francoforte. “Lost Archives” di Matthias Rahn, viaggia su di un suono ampio e bello planante, sporcato di piccoli accartocciamenti glitch e dal battito in genere discreto. Materiali composti fra il 1998 e il 2008 di cui cinque inediti, che non risenton troppo dello scorrer […]
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(Zaimka 2021) Movimentazioni materiche in circolo, l’impercettibile e ciò che spesso viene tralasciato. Il russo Vitaly Maklakov e Giacomo Salis, tra percussioni, field recordings e nastri manipolati, ci portan per una mezz’oretta sotto la crosta del visibile e udibile. Cupe e scarne vampe in sgretolo, legni e metalli agitati, sommesse cariche statiche. Panoramiche senz’anima in […]
(Minimal Resource Manipulation 2020) Secondo volume per la compilation voluta dal londinese ricercatore di suoni Matthew Atkins. Trovarobato casalingo, strutturato in brevi file audio (due o tre minuti), che gli artisti invitati, ricevono e martellano liberamente senza costrizione alcuna. Movimenti materici per lo più, spazi aperti, ornitologia, qualche meccanismo in innesco, metalli dronanti, il microscopico […]
(Autoproduzione 2020) Ci sono i due computer di Gianluca Favaron (Under The Snow / Vetropaco / Zbeen e tanto altro) e Fabio Ricci (Vonneumann / dTHEd), che cominciano a scambiarsi un bel tot di materiali. I due, annuiscono e osservano l’intruppo in divenire. C’è poi la presenza e l’interazione della rete neurale di Verena Becker, […]
(Brigadisco/Only Fucking Noise Records 2020) Tornano i marchigiani Tetuan, e tornano con formazione allargata: con i fondatori Cristiano Coini al basso ed Edoardo Grisogani alla batteria troviamo Giuseppe Franchellucci al violoncello, Alessio Beato alla chitarra e ai synt, Domenico Candellaro alla batteria e alle percussioni. Nuova formazione ma orizzonti gli stessi che contraddistinguono la band, […]
(Dio Drone / Dornwald Records / Il Dio Selvaggio 2019) Una serie di sketch strumentali, azione e risultante in congelamento immediato su nastro e dunque, scarso maneggio in fase post. Sintetizzatori analogici, una viola, un pianoforte preparato, field recordings, un violino e poco altro. Materia che s’innesta su proiezioni interiori di caleidoscopica lividezza, che appare […]
(Farpoint Recordings 2019) Suonato e registrato fra Irlanda e Islanda, “Easy Perfection Salad”, coniuga clangori operosi di gentile non invadenza, particolari risonanze ambientali e lividi violacei fra l’astrale e l’interiore in raggrumo. Minimalismo da scavo post-industrial in corporale risveglio dronante o se preferite, alternativa soundtrack di un Herzog visione in assenza di movimento. Schermi vuoti […]
(Farpoint Recordings 2019) Registrato in buona parte dei suoni ambientali in quel del Byrdcliffe Colony nei pressi di Woodstock (utopico villaggio realizzato agli inizi del novecento in opposizione alla disumanizzante condizione contemporanea dell’epoca e non solo), “On The Hour In The Woods” dell’artista britannica Viv Corringham (da tempo residente negli Stati Uniti), mescola abilmente in […]
(Autoproduzione 2019) Una splendida opera di sperimentazione sensibile quella allestita dal portoghese Vitor Joaquim in “Nothingness”. Materia strappata, nostalgica ed emozionale, che avvampa, si spacca e screpola in vertigine ronzante, s’innalza vorticosa e scolpisce frequenze basse, mugolante come dolce fonderia della memoria. Come linea d’orizzonte luminosa, di vento, voci e clangori. Che qualcosa succhia dai […]
(False Industries 2020) Il debut album (su nastro), dell’italiano T.U., mette insieme field recordings e trattamento post. Un’attenta fase compositiva, che indugia sul particolare evento sonoro, tramutandolo in macchina ritmica, oasi sinistra o zona di temporaneo relax per padiglioni auricolari sfranti. Osservazione/captazione dell’oscuro circostante e impuntature sul singolo fenomeno, bave elettroniche minimal/astral/dronanti a far da […]
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